Il Consiglio Comunale ha approvato il Documento Strategico del Commercio della Città di Lecce. Per la prima volta il Comune si dota di un unico strumento di pianificazione che pone regole chiare per il commercio in città considerato nella sua interezza, dalle piccole attività (suddivise nelle varie tipologie) alle medie strutture. I piani e i regolamenti attualmente in vigore risalgono al 2005, provvedimenti singoli e non inquadrati in una cornice di pianificazione complessiva, come succede, invece, con questo documento.
Previsto all'art. 12 del Codice del Commercio della Regione Puglia, il Documento strategico è lo strumento attraverso il quale si mantiene in capo al Comune la possibilità di definire – pur in un quadro di generale liberalizzazione delle attività commerciali normato a livello nazionale e sovranazionale – le modalità di programmazione che garantiscono assetti equilibrati da un punto di vista urbanistico, ambientale, infrastrutturale, di vivibilità sociale, senza compromettere il rispetto della libertà di impresa.
Redatto dall'assessorato alle Attività produttive con la consulenza dei Cat (centri assistenza tecnica) di Confcommercio e Confesercenti, il Documento approvato contiene sette dei nove allegati e regolamenti, gli altri due – il regolamento per il commercio sulle aree pubbliche e quello per le rivendite di giornali e riviste – saranno presto portati in aula per l'integrazione.
Questa la struttura attuale: analisi del contesto territoriale e della rete di vendita comunale, piano comunale delle medie strutture di vendita, direttive e indirizzi per l’insediamento e il funzionamento di attività di somministrazione di alimenti e bevande, regolamento per il consumo sul posto negli esercizi di vicinato (la cosiddetta somministrazione non assistita), direttive e indirizzi per l’insediamento e il funzionamento dei distributori di carburante, la vendita al dettaglio per mezzo dei distributori automatici e sanzioni e norme finali.
Fra le scelte strategiche più importanti contenute nel Documento, c'è il blocco per due anni, per motivi imperativi di interesse generale, come fatto da tempo in altre città d'arte, delle nuove aperture di attività di somministrazione di alimenti e bevande.
Il blocco per tre anni è previsto anche per i distributori automatici nel centro storico e in quelli già presenti sarà vietata la vendita di alcolici con l'obbligo per i gestori di dotare le strutture di personale a presidio o di porte d'accesso per evitare che diventino luoghi di bivacco. Fuori dal centro storico, invece, la vendita degli alcolici sarà vietata dalle 22 alle 6.
Con il documento si è intervenuti anche normando in maniera chiara e sostanziale la differenza fra commercio al dettaglio e somministrazione in ambito food, regolamentando il consumo sul posto negli esercizi di vicinato, che devono distinguersi anche visivamente rispetto a bar e ristoranti, e consentendo agli esercizi di vicinato nel centro storico che dovessero averne i requisiti di riconvertirsi in pubblici esercizi entro 60 giorni dall’approvazione del documento, una possibilità già prevista da gennaio 2021 con la delibera della rifunzionalizzazione.
Le medie strutture di vendita saranno progressivamente più grandi come dimensioni man mano che ci si allontana dal centro e autorizzate sulla base di criteri premianti di sostenibilità e prediligendo gli insediamenti che prevedono il riuso e il recupero di strutture già esistenti, per limitare il consumo di suolo.